Per noi, pirati della libera professione, è consuetudine incontrare sulla nostra rotta svariati tipologie di clienti. Quasi mai un cliente è uguale all’altro, quasi tutti hanno esigenze, richieste e strutture interne assai diverse e riuscire a dialogare con tutti spesso può risultare complicato.
Il nostro paese è zeppo di piccole e medie imprese che sovente vivono in ecosistemi di natura differente; pensate alle piccole aziende a conduzione familiare, o alla impresa singola sotto un unico direttore, o alle aziende strutturate. Differiscono di settore, manodopera, piazza di mercato, prodotto, intenzione e così via.
Nella stragrande maggioranza dei casi hanno una clientela fissa e già fidelizzata da diversi decenni, che li riconosce come fidati e crea il centro del loro fatturato.
Diventa quindi comprensibile come aziende di questo tipo vedano il mondo della comunicazione come un mondo quasi alieno, o, nei migliori dei casi, una cosa che a loro non serve.
Una situazione comune a queste realtà e quella di formare personale interno da adibire al marketing e alla comunicazione quando e se necessario, creando figure ibride che però non daranno mai il risultato che cercano, per quanto queste si impegnino.
Avere a che fare con questi universi può risultare frustrante, per un professionista esterno, soprattutto se si lavora in ambito creativo, però ci sono piccoli accorgimenti che si possono adottare per migliorare la situazione senza finire a mangiarvi il fegato per quei due spicci.
Professionalità.
Essere professionali non significa solamente svolgere bene il proprio lavoro, significa essere puntuali, ordinati, educati, pensare avanti, anticipare richieste.
Vuol dire in pratica essere all’altezza della situazione.
Prendere in carico la comunicazione di una ditta creata da qualcuno non è semplice, bisogna ascoltare molto, accomodare le richieste e sapere consigliare la soluzione giusta.
Ricordatevi che spesso questa gente non è formata e si basa su preconcetti propri auto generati, voi li dovrete scardinare con coerenza e serietà.
Fiducia.
Avere un cliente vuol dire conquistare la sua fiducia, lui vi sta affidando la sua creazione, il suo pargolo, anni di sacrifici e lavoro.
Per fare questo dovrete capire il suo modo di pensare e lavorare e cercare di assecondarlo. Fatevi vedere rispettosi del suo mondo seppur diverso, dite la vostra opinione senza imporvi, rispettate le richieste prima di tutto e magari poi aggiungere del vostro in una seconda versione. Siate comprensivi, loro stanno comunque facendo del loro meglio anche se magari questo meglio non è proprio perfetto.
Disponibilità.
Siate aperti alle loro urgenze, può darsi che l’aspetto comunicativo per l’azienda venga lasciato in fondo alla lista, magari perché prima hanno altri passaggi che reputano più importanti o prioritari, è quindi probabile che vi chiedano di fare lavori con urgenza, o che vi facciano rifare più volte un lavoro perché non hanno il materiale da fornirvi. È fastidioso, fa venire l’ulcera, ma questo è il loro flusso di lavoro. Potrebbero essere organizzati meglio? Sì! Ma il rischio è quello di non riuscire a consegnare il lavoro: un danno per loro e per voi che potete perdere il cliente e che questo vi faccia una brutta pubblicità.
Poliedricità.
Vi può capitare che ci vengano richieste mansioni che non sono proprio il vostro lavoro (richiedere preventivi, fare ricerche), non fermatevi, provate a uscire dalla vostra zona di comfort e ad ampliare il bagaglio lavorativo, vi sarà utile come esperienza e vi darà una marcia in più.
Velocità.
Non è raro che il piccolo cliente pretenda esecuzioni in tempi stretti, un po’ perché non si intende del mondo comunicativo, un po’ perché forse è smanioso e un po’ perché probabilmente ha solo quel tempo da dedicare a quella cosa, quindi siate veloci, almeno a preparare la bozza poi modificarla verrà facile in seguito. Aiutateci con template e oggetti già pronti. La perfezione non è di questo mondo.
Umiltà.
Essere umili vuol dire fare del proprio meglio sapendo che si può migliorare. Ricordate che se avete a che fare con una piccola o media impresa loro conoscono il cliente meglio di voi, ascoltate e imparate. Lo so che avete tante idee e vede tutte le possibilità che una ditta può avere, ma la ditta non è vostra, non peccate di presunzione.
Propositività.
Siate propositivi, fate vedere che tenete al vostro cliente e che pensate a lui anche in altri momenti oltre a quelli pattuiti. Può darsi che una vostra idea venga accolta, migliorando la sintonia tra cliente e fornitore.
Studiare.
Studiate il settore in cui il vostro cliente opera, guardate i competitor, andate in produzione, cercare di capire la filiera di lavoro, questo vi faciliterà non poco quando dovrete creare la realtà comunicativa o migliorarla. Cercate insomma di parlare la loro lingua.
Patti chiari.
Comunque voi siete dei professionisti e questa cosa non dovete dimenticarla. Il vostro servizio è a disposizione del cliente, ma sotto determinate clausole e disposizioni. Queste possono essere elastiche, ma non si possono rompere, perché vuoi avrete anche altri clienti e altre situazioni. Il servizio dato va pattuito, meglio se con un contratto, ma spesso anche a voce può essere sufficiente.
Rinunciate.
Infine se qualcosa non fa per voi, ambiente, stimoli, carico di lavoro e altre situazioni: rinunciate. È meglio per voi e per il cliente, non indugiate in una situazione che può esacerbare e portare ad aspetti negativi, ricordate che avete una reputazione da difendere e a volte i no sono meglio dei si. Avrete più tempo per dedicarvi alla vostra attività o alla ricerca di clienti più idonei a voi. Lavorare bene significa lavorare sereni.
Ecco, questo piccolo vademecum per professionisti è il risultato di ciò che abbiamo imparato con l’esperienza in campo, dopo tanti anni di questa professione abbiamo capito che non esiste il cliente ideale, ma siamo noi che dobbiamo adattarci alle situazioni che incontriamo durante il nostro percorso. Alla fine nella vita non si sa mai quello che ci possiamo trovare davanti. Cogliete le occasioni che vi si presentano a cuor leggero e in bocca al lupo (viva il lupo!).